TROVARSI A LUBIANA è quasi come trovarsi a Copenhagen. Lubiana anni fa aveva un tasso di automobili procapite circolanti altissimo proprio come in Italia. La notizia è che ad un certo punto una amministrazione davvero illuminata ha deciso di dare un taglio al traffico divenuto insostenibile e ha pensato di cercare una soluzione alternativa. Si sono recati con una delegazione a Copenhagen per vedere come funziona il sistema ciclabile della città, hanno raccolto nozioni utili ed hanno fatto un copia e incolla nella capitale slovena.
Ovviamente con dei forti adattamenti in quanto la pianta urbana di Lubiana non è quella di Copenhagen, hanno pero riprodotto laddove possibile lo stesso sistema, vale a dire una rete di ciclabili MONOCORSIA sui due lati della carreggiata su quasi tutta la città cercando cosi di diminuire le criticità dovute dalle ciclabili in doppia corsia. E proprio in questa scelta sta la differenza progettuale applicata a Lubiana, la volontà di creare infrastrutture ciclabili monocorsia è una scelta molto coraggiosa in quanto più complessa da distribuire sulla pianta della città e considerando anche i tipi di flussi che genera. Ad esempio tornare indietro, quindi cambiare verso di marcia non è possibile farlo in modo diciamo “facile” come in una doppia corsia, dove il ciclista può fermarsi sulla destra, aspettare che la via sia libera e invertire la marcia. In un sistema a monocorsia bisogna intercettare la prima intersezione, utilizzare l’attraversamento pedonale o prendere la ciclabile perpendicolare e immettersi in quella con il verso opposto, quindi necessita di tempi maggiori ed una volontà nel rispettare le regole (a meno che non vogliate infrangere il codice della strada balzando dall’altra parte, ma non è il nostro caso vero?).
Da qui se ne denota e connota anche una forma “educativa” maggiore della “cultura ciclabile”, una infrastruttura di questo tipo influisce sui comportamenti antropologici e migliora la qualità della vita urbana rendendola più fluida e rispettosa con gli altri. Non a caso infrastrutture ben concepite con segnaletica verticale ed orizzontale ben rappresentata non sono altro che un effettivo miglioramento della vivibilità ed un accrescimento culturale di una cittadinanza.
C’è da dire che comunque molte situazioni sono critiche in quanto gli spazi per le ciclabili sono stati ricavati su marciapiede. La sostanza è che alla fine Lubiana si è dotata di un sistema connesso che ha permesso di abbassare il numero di auto circolanti ma soprattutto ha creato un circolo virtuoso di economia che in precedenza non c’era, dovuto ai tanti ciclisti che con facilità hanno la possibilità di fermarsi presso una attività commerciale e fare acquisti. Questo aspetto ha una valenza di antropologia urbana, un miglioramento delle condizioni di stress a causa delle auto, una miglioramento dell’aspetto sociale più a misura d’uomo, la maggiore facilità e fruibilità nel raggiungere la propria destinazione quotidiana, la città quindi si RIAVVICINA ALLE PERSONE. Vantaggi nello specifico che solo infrastrutture ciclabili connesse possono creare.
Una città simile a tante italiane quindi è cambiata, ha migliorato i flussi di trasporto, si è decongestionata ha aperto una nuova l’economia, l’annuncio del cambiamento venne fatto con una massiccia campagna informativa di supporto. Insomma una operazione “lampo” fatta con caparbietà che ha portato risultati e benefici. Città italiane con un indice modale alto e soprattutto una rete ciclabile connessa ve ne sono, penso alla Bicipolitana di Pesaro anche se è quasi tutta a doppia corsia, la rete ciclabile di Bolzano è ottima…
Da Google Maps è facile vedere gli interventi fatti a Lubiana nelle piu disparate situazioni urbane, condizioni molto somiglianti a ciò che abbiamo nelle città italiane, quindi vale tenere questo progetto come rifermento con la buona pace dei tanti detrattori cronici (forse).