Nella condizione di SATURAZIONE degli spazi occupati da cemento e automobili, credo che gli stessi spazi reclamino SPAZIO!
Una condizione che modella il pensiero collettivo alla mancanza di spazio per le persone ma alla necessità di spazio per le automobili in ogni modalità. Questa accettazione diviene normalità che si sedimenta nel tempo e nelle generazioni future, questo processo è iniziato da quando la mobilità in città si è spostata sull’automobile mentre per 7.000 anni le città e le strade sono state a beneficio delle persone. Invertire questo pensiero anche se minimamente ci porta a concetti nobili di RICONVERSIONE URBANA.
Nello specifico propongo nella città dove abito a Vasto, la riconversione urbana di un parcheggio in via Vittorio Bachelet con una importante estensione che serve assieme ad altri parcheggi una zona ad alta densità abitativa, attività commerciali e servizi. Proprio per questo motivo (la alta densità abitativa) tutto il quartiere ha il bisogno di spazi pubblici, che ricordiamolo svolgono una funzione sociale fondamentale per la vivibilità, i rapporti sociali, la misura d’uomo. Praticamente lo spazio pubblico c’è già ed è occupato dalle auto ma lo chiamano parcheggio che ospita all’incirca 90 posti auto. 90 posti in una condizione di traffico e di altri parcheggi circostanti (quelli in linea sulle carreggiate e quelli in altre aree adibite) completamente satura, e in una condizione di saturazione in stile tetris togliere 15 posti auto non comporta alcun danno, ovvero non si avvertirà la mancanza di questi 15 posti in meno.
Ho quindi ricavato uno spazio pubblico di “decompressione urbana” che riporta le persone in città e le fa vivere la città uscendo da casa a piedi. I benefici di tali riconversioni non stiamo qui ad elencarli, ma pretendere spazi vitali che spettano ai cittadini è doveroso manifestarlo.
Nelle rappresentazioni visive ho solo montato elementi di arredo urbano con un sistema di sedute e punti ombra davvero semplice, ma estremamente funzionale e fruibile, nonchè di alto valore estetico. Questo per dare l’idea di come con poco è possibile ottenere tantissimo in termini di qualità della vita urbana. Molti pensano che per snellire il traffico o “svuotare” di più la città dalle auto è necessario costruire ulteriori parcheggi (come tutt’ora accade), non sapendo prima di tutto che il traffico è come un liquido, appena trova un nuovo sbocco lo riempie subito, si tratta semplicemente di un defluire e non di una riduzione, infatti il traffico urbano è paragonabile ad un fluido continuo in pressione che circola all’interno di una rete di tubi, ed è solo costretto dagli spazi che gli vengono forniti, non è come una corda che ha un inizio ed una fine, immaginando di creare una “sacca” per farla piu corta. Più parcheggi fai e più incoraggi l’uso dell’auto con l’effetto contrario alla riduzione ma bensì ad un aumento del numero di auto circolati in una condizione che abbiamo descritto già come SATURA.
Per parcheggiare un’auto occorrono circa 5 x 2,5 metri di spazio, più quello per fare manovra in entrata e in uscita dal parcheggio, questo spazio va moltiplicato per tutte le volte che usiamo l’auto quotidianamente per spesa, lavoro, divertimento… etc insomma dove ogni volta dobbiamo lasciare l’auto abbiamo bisogno di spazio urbano, sottratto alla vita pubblica.
1000 parcheggi e più! Nell’immagine qui sotto invece ho tracciato un’area in blu, quella circostante il parcheggio interessato che dista a circa 5-10min a piedi rappresentata dal cerchio rosso, mentre in giallo altre aree adibite a parcheggi pubblici. Bene facendo un calcolo spannometrico viene fuori che in tutta l’area blu raggiungibile a piedi in pochi minuti ci sono più di 1000, ripeto MILLE posti auto se consideriamo oltre ai parcheggi pubblici quelli in linea lungo tutte le strade interessate e all’interno di quartieri presenti dove il parcheggio non è comunque privato.
Queste iniziative quando partono dal basso e concertate con l’amministrazione prendono il nome di Placemaking, ossia una richiesta di spazio urbano vitale per i cittadini organizzato, pianificato e progettato da loro stessi, che viene introdotto nel tempo e testato. Se l’idea piace ed è funzionale può diventare permanente. Ma in questo caso trattasi di sola proposta da una singola persona.
Lo spazio pubblico è quel luogo che ti permette in sicurezza di fare diverse attività benefiche alla cittadinanza: socializzazione, relax, leggere, installare una biblioteca sociale, portare i bambini o anziani, utilizzare lo stesso spazio per iniziative come teatro per bimbi ed anche chi vuole fare un comizio per esporre delle problematiche a livello associativo. È quindi un luogo di crescita antropologica dove le interazioni aumentano ad ogni livello. Se la città è priva di questi spazi di quartiere ci si limita ad uscire di casa solo per fare servizi, magari con l’auto, per poi rientrare ma non abitare poi la città. Ricordiamoci che abbiamo almeno due case, una dove abitiamo con tutti i comfort che ci siamo configurati e un’altra che è la casa pubblica che dobbiamo abitare e che deve essere a misura d’uomo per fruibilità e si chiama CITTA’.