Mobilità inclusiva

MOBILITA’ INCLUSIVA? NON INCLUSA ~ Idee su come implementare la mobilità dell'utenza debole ››

Foto di Jung Ho Park via Unsplash

Giratevi attorno a voi in un qualsiasi punto della città e immaginate di essere su una sedia a rotelle… mi fermo qui! Esiste il temine “Mobilità Inclusiva” per definire quei percorsi che permettono il movimento per chi ha impedenze fisiche nel muoversi autonomamente e che riguarda le barriere architettoniche in ogni angolo della città, quindi edifici pubblici e privati, ascensori, marciapiedi, attraversamenti pedonali, spazi pubblici etc etc… ma, ma, ma riflettendo c’è un gran bel MA! C’è una grande carenza normativa, un grande vuoto infrastrutturale, una grandissima mancanza tematica e di discussione a favore di veri e propri percorsi o tracciati inclusivi.

Quante volte hai parcheggiato comodamente la tua auto in un parcheggio? Vedi un cartello blu con una P bianca che ti identifica la presenza di un parcheggio, nulla di più accessibile, è segnalato e trovo di conseguenza l’infrastruttura, boom… bingo! Facile no? Guarda una poi M bianca su fondo rosso… beh c’è una metropolitana, non è fantastico? Poi ancora, hey ma qui c’è a terra un pittogramma di una bici… ma è una ciclabile!!! Woow!!!! E cosi via, per tutta l’infrastruttura che si occupa di mobilità, che è tutta normata da pittogrammi identificativi, ok? E invece il pittogramma della disabilità? Indica solo un posto riservato, solo un luogo, solo un accesso… non vi è quindi un riferimento allo spostamento della disabilità.

 

Vari pittogrammi delle infrastrutture urbane della mobilità.

Per quale motivo vien da chiedersi, non dovrebbero esserci marciapiedi inclusivi normati a dovere anche da pittogrammi? Esattamente come una ciclabile ad esempio, pubblicamente riconosciuta come tale. Quale sarebbe l’infrastruttura urbana dedicata a disabili e utenza debole?

I marciapiedi, certo, dove trovi magari alberi piazzati proprio al centro, pali di ogni tipo e gradini impraticabili, spesso anche le rampe sono difficili da utilizzare come riportato in foto. Poi ci sono le ciclabili che ospitano la disabilità, ma anche queste hanno carenze infrastrutturali quali continuità e connessione.

Devi quindi affidarti al caso per proseguire oppure conoscere bene il percorso meno critico. Oppure destinare spazi sulla strada in condivisione con le auto… dunque proprio no.

Conosciamo la condizione urbana delle nostre città, sono una marginalizzazione della pedonabilità e quindi accessibilità, alcuni esempi di marciapiedi che incontriamo frequentemente.

Classico esempio di rampa per disabili, vi sfiderei ad affrontarlo.

 

Esempi di inaccessibilità costruiti a margine delle progettazione autocentrica.

 

Una situazione quotidiana di pericolo nel traffico.

Per quale motivo allora mai nessuno ha pensato di infrastrutturare marciapiedi inclusivi ben segnalati con segnaletica a terra e verticale tracciando delle mappe in città dove questi percorsi hanno caratteristiche valide, affinché, chi si muove in carrozzella non è in conflitto con ciclisti e tantomeno automobili ma è al pari dei pedoni? La progettazione urbana prevede marciapiedi inclusivi ma non con una specifica segnaletica dedicata.

1. Larghezze dignitose

2. Pavimentazione liscia

3. Rampe molto raccordate

Sarebbe l’ideale se tutti i marciapiedi avessero queste tre caratteristiche in modo da avere una vera e propria rete e mettere in totale sicurezza questa utenza.

Ho ridisegnato il pittogramma che normalmente viene utilizzato per l’accessibilità della disabilità in uno che rappresenta la MOBILITA’ DELLA DISABILITA’ e cioè quella inclusiva. Questo vale per il generale riconoscimento normativo, cosi si capisce che si sta anche su un percorso inclusivo oltre che su un normale marciapiede. Poi ho ipotizzato un finto marciapiede per come la vedo io, con il pittogramma a come segnaletica a terra e verticale.

Una cosa è sicura e che una infrastruttura del genere non provoca malumori nella cittadinanza, come potrebbe essere per una nuova pista ciclabile al posto dei parcheggi… apriti cielo! Non si potrebbe normare questo aspetto di pedonalizzazione con un capitolato unico e che puoi applicare in ogni città? Non ci vorrebbe davvero nulla in quanto la progettazione non deve tenere conto di alcuna criticità, la fai e basta.

 

Pittogramma di accessibiltà secondo normativa a sx, nuovo pittogramma di Mobilità Inclusiva a dx.

 

Esempio di marciapiede inclusivo segnalato.

 

Esempio di marciapiede totalmente inclusivo a livello del piano stradale, liscio e segnalato ai fini della mappa urbana.

IN CONCLUSIONE

Sostanzialmente come esistono le ciclabili, i marciapiedi, le corsie per auto, i parcheggi, le corsie per bus, rotaie tram etc etc dovrebbero esistere tracciati per la mobilità inclusiva delle persone, segnalati, con una iconografia ben riconosciuta e normata, mappati, con una comunicazione ad-hoc, per una città inclusiva. Non ho trattato ovviamente la mobilità di persone con cecità e ipovisione, sordità e carenze dell’udito; persone con disturbi neuro-cognitivi come la demenza e la malattia di Alzheimer; quelli con disabilità neuro-evolutive, come l’autismo; e le persone anziane. Questi aspetti sono approfonditi in riferimento all’articolo linkato qui di seguito e faccio un ringraziamento all’Arch. Raffaele Di Marcello che lo ha pubblicato, sulle nuove linee guida per la progettazione generale di spazi pubblici ›› Citta inclusive linee guida

Esempio di città inclusiva.