Per considerarsi un concetto efficiente e quindi valido, la definizione “da A a B” deve prevedere continuità e copertura in sicurezza.
Ma cosa significa nel trasporto da A a B?
Semplice, A è il tuo punto di partenza, B è la tua destinazione. Fra i due punti vi è il tipo di collegamento.
Esempi di infrastrutture di collegamento:
• Rete autostradale
• Rete stradale
• Rete ferroviaria
• Rete metro
• Rete tram

La rete stradale è fatta su misura per le auto, è l’infrastruttura dedicata al raggiungimento della propria destinazione (B), in sicurezza.
Ma per quanto riguarda la ciclabilità in ambito urbano, questo spesso o quasi sempre non accade, quindi il punto B (la nostra destinazione) non è garantita se paragonata alle altre infrastrutture del trasporto.

Un classico di infrastruttura ciclabile non in rete.
Ma facciamo un passo indietro… B abbiamo detto è la nostra destinazione e in ogni tipo di infrastruttura vi è un modo per arrivare a B, questo è assodato.
Se decido di raggiungere B con l’autostrada so di poter fare affidamento nella infrastruttura autostradale oppure se B non è servito dall’autostrada posso sempre raggiungerlo attraverso un mix di soluzioni infrastrutturali che mi garantiscono l’arrivo al punto B in sicurezza.
Dunque la sicurezza è un elemento fondamentale per garantire una ottima efficienza di spostamento.

Utilizzando una linea metro è possibile raggiungere la propria destinazione (B).
Quindi non basta solamente avere un collegamento qualsiasi esso sia a discapito della sicurezza, immaginiamo di dover raggiungere il nostro punto B con un treno per poi scendere perché la linea è interrotta e camminare a piedi in una mulattiera per diversi chilometri e salire in un’altra stazione per prendere un altro treno, non avrebbe alcun senso.

Grafico in alto, la condizione ideale per raggiungere il punto B. Il grafico in basso invece collegamento paradossale da A ad A.
Dunque la ciclabilità urbana ha proprio questo difetto spesso non è una rete e se vi è una rete non è in sicurezza, quindi ci si trova ad affrontare il percorso che mi dovrebbe portare a B in condizioni di totale insicurezza, in questi casi il collegamento diviene paradossale, sarebbe da A ad A! Quindi diviene comprensibile che l’utenza in queste condizioni non si forma e saranno sempre in pochi coloro che utilizzeranno la bici come mezzo di trasporto.
In ambito urbano il punto B rappresenta il raggiungimento di tutta l’area urbana attraverso reti ciclabili che si sviluppano sulle principali strade di collegamento.

Nella intera pianta urbana è possibile ottenere il punto B nelle periferie e viceversa.
Convertire strade di collegamento che spesso sono più larghe destinando una quota di spazio alle infrastrutture ciclabili è la soluzione più facile. La rete può essere implementata anche sfruttando aree di risulta e ridistribuzione di spazi urbani con un minimo di ri-progettazione razionale. La foto in basso indica un criterio razionale sfruttando parte dello spazio pubblico riconvertito anche a ciclabile con corsia condivisa, quindi senza la mezzeria, pratica del tutto a norma e che consente di ottimizzare gli spazi laddove mancano (visto che la strada non potrebbe ospitare una ciclabile in sede protetta). Questo approccio consente però di dotare la città di un collegamento ciclabile continuativo, che permette il raggiungimento in sicurezza della propria destinazione, il punto B.

Esempio di riconversione degli spazi utilizzando ciclabile promiscua pur di garantire il collegamento al punto B.